Natura mensura est – il rapporto tra uomo e natura
“Stasera quando andrete a casa,
guardate il cielo!
Starete guardando la più grande discarica al mondo!”
Norbert Lantschner
Per comprendere a fondo questa forte affermazione del noto ricercatore e relatore internazionale Norbert Lantscher (fondatore e ideatore dell’Agenzia CasaClima) è necessario ricreare un panorama generale in grado di contestualizzare la presenza dell’uomo sul nostro pianeta in relazione al suo impatto ambientale nei secoli.
Rispetto alla notevole longevità del nostro pianeta la presenza dell’uomo si può definire relativamente recente, periodo durante il quale ha visto cambiare la sua posizione rispetto alla natura da semplice componente di un sistema relato a totale dominatore.
È in questo cambio di paradigma, che contraddistingue il mondo che specificatamente oggi viviamo, in cui si cela la chiave di lettura della decadenza della specie legata al concetto di tecnica come capacità del fare ormai notevolmente superiore alla capacità di prevedere gli effetti del nostro operato.
Ma per comprendere meglio l’impatto dell’uomo sulla terra è bene pesare alcuni dati significativi che ci fanno sensibilmente rendere conto della condizione attuale in termini assoluti:
300.000
Sono gli anni che contraddistinguono la presenza dell’uomo sulla terra che ha un’età di circa 4.54 miliardi di anni.
Questo dato è rilevante se pensiamo in quanto poco tempo l’uomo è riuscito a ricreare una condizione ambientale dannosa per la sua stessa esistenza.
8.000.000.000
Rappresenta il numero di persone che oggi popola la terra. Solo nel 1970 il mondo contava 3.5 miliardi di persone, circa la metà di oggi. Questo dato è rilevante se messa in relazione con la produzione di CO2 dovuta alle nostre abitudini considerando che nell’arco di solo 50 anni la specie umana si è raddoppiata.
7.000
Sono le tonnellate di CO2 che mediamente un italiano produce all’anno dovute alle proprie abitudini, scelte quotidiane che includono anche i gesti più semplici. Rispetto ai grandi paesi, come USA (18.000 t/anno) o Cina (10.000 t/anno), l’Italia ha dei numeri decisamente ridotti, ma sempre eccessivi rispetto a quello che ogni essere umano dovrebbe immettere all’anno pari a circa 0,6 t/anno.
1.700
Sono le tonnellate di CO2 che la specie umana immette nell’atmosfera ogni secondo. Questo dato drammatico ci fa capire come non è possibile agire attivamente in un’ottica di contro bilanciamento della produzione di CO2 ma che l’unica soluzione è quella di frenare l’immissione il più possibile attraverso un cambio di atteggiamento globale dei comportamenti.
2
Sono i millimetri di calcestruzzo in grado di ricoprire l’intera superficie della terra se dovessimo rappresentare in maniera simbolica la quantità di utilizzo di questo materiale. Il calcestruzzo, come molti altri materiali è necessario per la realizzazione degli edifici ma l’obiettivo forte che la comunità tecnica dovrebbe adottare è la sua limitazione d’uso in condizioni strettamente necessarie lasciando spazio all’utilizzo di materiali più virtuosi e in grado di dare un apporto positivo all’obiettivo di decarbonizzazione. La quantità di CO2 dovuta alla produzione del calcestruzzo armato rappresenta l’8% dell’immissione globale che equivale a un valore 4 volte superiore all’emissione dovuta al trasporto aereo mondiale.
45%
Rappresenta la percentuale di CO2 immessa nel campo dell’edilizia rispetto all’apporto globale dell’attività umana.
1.100
Sono le giga tonnellate di massa equivalente che rappresentano il mondo dell’edilizia. Se consideriamo che lo stesso dato equivalente per il mondo arboreo conta 900 Gt risulta facile intuire il grande impatto del costruito e il sottile equilibrio che corre tra artificiale e naturale.
IL CONTRIBUTO DELL’ARCHITETTURA E DELL’EDILIZIA
Descrivere l’attuale condizione ambientale attraverso numeri ed esempi rappresenta per noi il miglior metodo per poter tradurre e quantificare il vero impatto dell’uomo.
La semplificazione e la costruzione di esempi pratici aiutano a creare un metodo di confronto utile per aiutarci a capire quale contributo ogni uno di noi potrebbe dare in un’ottica di decarbonizzazione.
L’architettura e l’edilizia possono fare molto riguardo a questo tema! Basti pensare che tra i vari contributi umani rivolte alle emissioni in atmosfera, il settore delle costruzioni è tra quelli che ne causano la maggior quantità.
La direzione più virtuosa è rappresentata dal recupero del patrimonio esistente, ma quando questo non è possibile è bene valutare una buona strategia di costruzione.
Un esempio su tutti è rappresentato dal legno inteso come materiale da costruzione, sia per la sua capacità di sequestro della CO2, sia per la poca energia che viene impiegata per la produzione di un elemento ligneo portante rispetto ad un sistema tradizionale.
Ad ogni modo, a prescindere dal materiale costruttivo o dalla strategia d’intervento e ampliando il ragionamento a tutti i campi, è importante dunque aumentare la consapevolezza della nostra influenza sull’ambiente partendo dai piccoli gesti quotidiani che contraddistinguono le abitudini del singolo per arrivare ad interi ecosistemi e realtà di impatto maggiore cercando di leggere sempre l’andamento generale del nostro impatto sul pianeta.
Fonti e ispirazioni da partecipazione seminario “Open House – All’insegna della natura” – “Naturalovers Days” del 02.02.2024 organizzato da NaturaliaBau, con la partecipazione di: Norbert Lantschner, Peter Erlacher, Arch. Dietmar Dejori e Matto Pontara.
https://www.naturalia-bau.it/it/blog/naturelovers-days/